antonio lucà photography



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[...]fui quindi internata a mia insaputa, e io nemmeno sapevo dell'esistenza degli ospedali psichiatrici perchè non li avevo mai veduti, ma quando mi ci trovai nel mezzo credo che impazii sul momento stesso in quanto mi resi conto di essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto fatica ad uscire. La sera vennero abbassate le sbarre di protezione e si produsse un caos infernale. Dai miei visceri partì un urlo lancinante[...]. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

I was therefore institutionalized without my knowledge, and I wasn’t even aware of the existence of psychiatric hospitals because I had never seen them, but when I found myself in one I think I went mad immediately because I realized that I had entered a labyrinth I’d have had to fight to get out of […] In the evening, the security bars were lowered and an infernal chaos broke loose. From deep in my guts came a shooting scream[...]. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)










Non avevo intorno che un senso di buio e di incertezza. L'inquietudine era soverchia Paralizzava persino i miei movimenti. E ciò nonostante, credo che dentro quel buio avrei trovato una via di uscita[...]. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

A sense of darkness and uncertainty was all around me. Anxiety reigned. It even paralyzed my movements. Nevertheless, I believe that through that darkness I’d find a way out [...]. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)




La stanzetta degli elettroshock era una stanzetta quanto mai angusta e terribile; e più terribile ancora era l'anticamera dove ci preparavano per il triste evento. Ci facevano una premorfina, e poi ci davano del curaro perchè gli arti non prendessero ad agitarsi in modo sproporzionato durante la scarica elettrica. L'attesa era angosciosa. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

The electroshock room was a small room, cramped and terrifying; even more terrifying was the waiting room, where they got us ready for this sad event. They gave us an injection of premorphine, and then some curare, to prevent our arms and legs from jerking disproportionately during the electric discharge.





Venivamo tutti allineati davanti a un lavello comune, denudati e lavati da pesanti infermiere che ci facevano poi asciugare in un lenzuolo eguale per capienza a un sudario, e per giunta lercio e puzzolente. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

We were all lined up in front of a common sink, stripped of our clothes, and washed by heavy female nurses that gave us a sheet, filthy and stinky, the size of a shroud to dry in. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)




Cominciai ad abituarmi a quel tipo di esistenza. Ogni giorno una ciotola di minestra. Ogni giorno le fascette alle caviglie e ai polsi. E poi nulla [...]. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

began to get used to that kind of life. A bowl of soup every day. “Fascette” around my wrists and ankles every day. And nothing else [...]. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)




Soffrivo terribilmente dentro il mio spirito. Avrei voluto gridare, ma la rivolta non veniva. Ero diventata acquiescente quasi passiva. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

I suffered horribly in spirit. I wanted to scream, but the rebellion never came. I’d grown compliant, almost passive. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)





Si parla spesso di solitudine, fuori, perchè si conosce solo un nostro tipo di solitudine. Ma nulla è così feroce come la solitudine del manicomio [...] una solitudine da dimenticati, da colpevoli. E la tua vestaglia ti diventa insostituibile e così gli stracci che hai addosso perchè loro solo conoscono la tua vera esistenza, il tuo vero modo di vivere. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

People often talk about solitude, outside, because they only know their own kind of solitude. But nothing is as cruel as the solitude in the madhouse. The serpents of your imagination, the pangs of physical pain, the acquiescence of a pallet drooled on by the patient near you, who’s higher up, find a way into that merciless repulsion from everything. A solitude like the forgotten, the guilty. And your robe becomes irreplaceable for you, and so do the rags you are wearing because only they know your true existence, the way you truly live. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)




Cominciai ad abituarmi a quel tipo di esistenza. Ogni giorno una ciotola di minestra. Ogni giorno le fascette alle caviglie e ai polsi. E poi nulla [...]. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

I began to get used to that kind of life. A bowl of soup every day. “Fascette” around my wrists and ankles every day. And nothing else [...]. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)




Le ore in quel tristissimo luogo non passavano mai. Ci allineavano su delle lunghe pancacce, tutti noi con le facce eguali, amorfe; e guardavamo per terra come le condannate a morte. Non ci davano mai da fare. (Alda Merini, L'altra verità - Diario di una diversa, 1986)

In that dreadful place the hours never passed. We were all lined up on some dirty old benches, all with the same colorless faces; and we stared down at the ground as if we’d been sentenced to death. They never gave us anything to do. (Serena Ferrando, Stanford University - The Other Truth. Diary of An Other. A translation of Alda Merini’s L’altra verità - Diario di una diversa)




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